Luigi Pastorino il “Cantaragnin” intervista Piero Ottonello sui militari volontari stanziati per due mesi a Masone nel 1940, integrando i ricordi con le ricerche storiche di quest’ultimo.
Nel 1940, in epoca fascista, sono arrivati a Masone 3 battaglioni di militari volontari (circa 1000/2000) che sono rimasti circa 3 mesi, da metà giugno a metà agosto, arrivati appena dopo la dichiarazione di guerra.
Erano giovanissimi, tutti volontari molto carichi ed esuberanti, la “Gioventù italiana del Littorio”, che hanno avuto qualche attrito con la popolazione locale, ma c’è stata anche qualche amicizia, sia con ragazzi che soprattutto ragazze.
C’era stato anche un campo precedente, di circa 800 giovani fascisti, nel 1934 sotto la Vezzulla, con tende bianche, della Federazione di Genova, in campeggio estivo. Nel 1936 c’è stato invece un campo di tende bianche nel campo sportivo, erano Ufficiali delle Camice Nere.
Questi campi sono stati un’importante risorsa economica per Masone: spendevano nei negozi locali, attiravano villeggianti, creavano lavoro, e sono iniziati con la costruzione del Forte Geremia e del Forte Aresci.
Luigi Pastorino Cantaragnin racconta i sui ricordi sull’evento del 1940, integrati dalle ricerche storiche di Piero Ottonello e dai suoi ricordi di conversazioni avute con “vecchi” masonesi, grazie ai quali spiega che fine hanno fatto quei giovani accampati un po’ dappertutto a Masone nel 1940.
Già a quei tempi, Masone viene denominato dai giovani fascisti come “Pluvonia” per il fatto che era un periodo particolarmente piovoso, nonostante fosse piena estate.
Si parla anche del segretario del Fascio Ettore Muti, il mito per antonomasia del fascismo, anche lui presente nel campo del 1940.