Sabato 5 gennaio nella sala del Consiglio Comunale, Luigi Pastorino “Cantaragnin” ha presentato la sua ultima fatica: il documentario “O.A.R.N., Una storia di uomini e navi”, sottotitolo Genova Riparazioni Navali 1939-1990, realizzato da Telemasone con la collaborazione di Mauro Ottonello, Silvia Sacco, Natalina Milva Sobrero, Alberto Baschiera e Giacomo Ottonello.
Pubblichiamo il saluto rivolto dal sindaco Paolo Ottonello:
Introduco il mio intervento salutandovi con una nota biografica: Luigi Pastorino come mio padre è nato nel 1923, suo figlio Ferruccio, come me, è nato nel 1953. Coincidenze cronologiche personali che mi sono subito parse utili per comprendere l’atmosfera sottesa nel documentario che vedremo. Poiché, oltre alle notevoli valenze cantieristiche e lavorative, questo nuovo lavoro di Telemasone che affronta tematiche diverse da quelle che hanno fruttato giusti riconoscimenti, racchiude in filigrana gli argomenti salienti del dopoguerra genovese: OARN è il salvataggio ed il recupero del lavoro, dopo quello degli impianti produttivi, la voglia di ripresa e di riscossa operaia, la capacità artigiana del fatto a mano, nell’Italia del boom economico e della “Dolce Vita”. Da bambini andavamo in Colonia, recitavamo poesie per i grandi in ogni occasione solenne, con le scuole visitavamo la Centrale del Latte e poi, evento unico, le enormi portaerei americane, la Forrestal, l’Enterprise. Non c’erano l’acquario ed i cinema in porto, ma i vicini vicoli pullulavano di marinai e di commerci modernissimi, le prime radioline a transistor. Noi bambini andavamo a scuola ancora marciando nei corridoi, i papà lavoravano in colossi produttivi come Italsider, Ilva, Cantieri Navali, Ansaldo, OARN appunto, in una Genova che, purtroppo per breve periodo, era tornata ad essere una capitale europea del lavoro che sfiorava il milione di abitanti. Fabrizio De Andrè, Paolo Villaggio, Bruno Lauzi, Luigi Tenco che arrivava da Ricaldone, Gino Paoli erano la colonna sonora nobile di quegli anni genovesi.
OARN come Olivetti fu un fenomeno di lavoro umanizzato, dove l’apologo di Menenio Agrippa trovò applicazione condivisa, anche nei pasti gratuiti per i pensionati, pagati con le trattenute degli operai. E come la Olivetti, oscuro fenomeno italiano di allora, anche OARN sarà distrutta, smantellata, cancellata dalla storia di una città ormai inesorabilmente in declino, fenomeno drammaticamente anticipatore della globalizzazione, attraversato dallo spettro delle famigerate Brigate Rosse.
Ripeto e concludo ringraziando tutti i fautori di questa opera prima, secondo me Telemasone dovrebbe produrre ogni anno uno o due, tanti quanti si può, documentari di questo tipo che non temono confronti per originalità delle fonti e la raccolta delle ultime testimonianze orali di un passato che ha generato, nel bene e nel male, questo nostro presente.