Il 17 febbraio l’Assessore ai Trasporti Giovanni Vesco risponde alla lettera inviatogli dal consigliere regionale Aldo Siri in merito agli eventi meteorologici del 5 febbraio scorso e, in particolare, alla polemica sorta circa i provvedimenti del “Piano neve”.
I chiarimenti forniti da Vesco si rifanno all’accordo presentato e condiviso dalla Regione Liguria e dalla Protezione Civile nel dicembre 2014, il quale prevedeva “automatiche riduzioni della circolazione ferroviaria in base alle allerte meteo per neve diramate dalla Protezione Civile della Regione Liguria fino al 25% in caso di allerta 1 e fino al 50% per l’allerta 2. Nel caso specifico la Protezione Civile ha proclamato l’allerta 2 per neve dalle ore 00:00 del 05/02 sul settore D che include la Val Bormida e la Valle Stura”.
Considerato che è stata riconfermata l’allerta 2 nel settore D fino alle ore 24.00, sembrerebbe questo il motivo per cui RFI e Trenitalia non hanno ripristinato la piena circolazione ferroviaria malgrado la perturbazione nevosa sulla Valle Stura fosse inferiore rispetto alle previsioni. In conclusione, Vesco sottolinea che il piano neve ha comunque garantito un’efficienza del 100% sulla linea Genova – Acqui e sul versante savonese.
Nonostante tali spiegazioni resta incontestabile il fatto che il treno, storicamente considerato il mezzo alternativo e sicuro alla strada, oggi si rivela un’inefficiente prodotto delle politiche commerciali di Trenitalia, la quale sembra improntare il suo più importante obiettivo sullo spostamento del traffico alle tratte ad alta velocità, abbandonando gli altri segmenti e costringendo sempre più viaggiatori a scegliere i pullman.
Lo scorso gennaio il segretario regionale della Filt Cgil afferma: “Ci sono arrivati diversi segnali da Trenitalia sull’intenzione di ridurre il servizio in Liguria. I tagli dovrebbero riguardare i treni a lunga percorrenza e il trasporto regionale”– e aggiunge – “Trenitalia sta lavorando almeno in tre regioni, una di queste è la Liguria, a una riduzione del servizio per stare dentro ai costi e sembrerebbe che dovrebbero tagliare quattro coppie di Intercity Torino-Genova, che vogliono dire otto treni. Quindi una riduzione del servizio insieme a tutto quello che c’è collegato: gli appalti di pulizia, le manutenzioni e il personale viaggiante”.
Il mancato rinnovo del contratto di servizio con la Regione, scaduto lo scorso 31 dicembre, sta causando molti problemi. La Regione dovrà intervenire e aprire un dialogo con l’azienda, in modo da fornire maggiori sicurezze per i pendolari e il turismo in generale.
È dunque necessario pretendere di più, migliorando i parametri con cui si misura la qualità del servizio, abbassando i livelli di tolleranza. D’altro canto Trenitalia deve comprendere che il regime di monopolio è finito da tempo e che è necessario dotarsi di livelli di efficienza tali da garantire standard qualitativi adeguati in un futuro che sarà aperto alla concorrenza.
Nella sezione lettere del Secolo XIX del 22 febbraio è stata pubblicata la replica dell’Amministrazione Comunale di Rossiglione all’Ufficio Stampa di Ferrovie Italiane in merito ai disservizi occorsi durante l’ attuazione del piano neve per la nostra linea ferroviaria: